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Pasticcerie e dolci pasquali: caro materie prime, ma prezzi contenuti

A cura dell’Ufficio Stampa
uff.stampa@confartigianatofc.it

Non è una Pasqua in linea con quelle del passato, peri dolci pasquali, a causa della complessa congiuntura geopolitica ed economica internazionale. Lo rimarca Confartigianato Federimpresa Cesena. “In questo periodo caratterizzato dalle vendite dei dolci pasquali, oltre alla dinamica dei costi energetici, sale la pressione dei prezzi internazionali dei cereali che, valutate in euro, salgono del 43,6%” , mette in luce Confartigianato Cesena. 

 

Sono interessate imprese della pasticceria e del settore dolciario (che include produzione manifatturiera di biscotti, cacao, cioccolato di gelati ) assai rappresentative nel Cesenate e con una alta vocazione artigianale.

Le pasticcerie stanno assorbendo, in modo più accentuato rispetto agli paesi europei, la pressione dei prezzi delle materie prime e la maggiore spinta sui costi dell’energia, con ricadute contenute sui prezzi praticati alla clientela.

Dall’esame dell’indice dei prezzi degli altri prodotti di panetteria e pasticceria – la voce che comprende i prodotti di pasticceria freschi – emerge che a febbraio 2022 l’Italia segna un aumento dei prezzi che si ferma al 2,5%, in linea con la dinamica dei prezzi no energy (+2,3%)”
Nel confronto internazionale – prosegue Confartigianato Cesena – , la dinamica dei prezzi di riferimento della pasticceria fresca in Italia è più moderata del +3,5% dell’Eurozona e del +4,0% dell’Ue a 27, risultando meno accentuata rispetto altri 23 paesi dell’Unione europea a 27, e in particolare rispetto al +7,5% della Spagna e del +4,2% della Germania; fa meglio dell’Italia la Francia (+1,2%), anche grazie al minore aumento dei prezzi dell’energia elettrica, favorito dall’elevata quota di produzione di elettricità con il nucleare. L’Italia è il primo paese europeo per saldo del commercio estero di dolci da ricorrenza, pari a 717 milioni di euro nel 2021, combinazione di 867 milioni di euro di esportazioni e di un import di 150 milioni di euro. Il nostro Paese si posiziona davanti alla Francia con 544 milioni di euro, mentre seguono, a distanza, il Belgio con 196 milioni, la Polonia con 172 milioni, i Paesi Bassi con 102 milioni, la Germania con 100 milioni e la Spagna con 76 milioni. Nel 2021 le vendite italiane all’estero dolci da ricorrenza sono in crescita del 25,3% su base annua, performance migliore rispetto al +22,8% della media Ue. La crescita del 2021 più che compensa il calo registrato nell’anno dello scoppio della pandemia (-5,4% nel 2020) e l’export dello scorso anno supera del 18,5% quello del 2019″.