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LA STORIA Don Ezio, falegname di Dio che sarà premiato da Confartigianato: “Lavorare il legno da artigiano mi rende un uomo completo”

A cura dell’Ufficio Stampa
uff.stampa@confartigianatofc.it

Il prete artigiano di Dio che lavora il legno vecchio creando arredi religiosi sarà premiato con un targa da Confartigianato di Sarsina in occasione della festa dell’artigiano che sarà allestita in estate. Si tratta di don Ezio Ostolani, 81 anni, parroco di Turrito, Romagnano e Monte Petra, che insistono su tre diocesi diverse, a cui il prete attende ancora con dinamismo, zelo e intraprendenza. Sacerdote dal 1968, parroco di Turrito da 50, a cui si sono aggiunte nel 1993 Montepetra e nel 1997 Sapigno-Romagnano, ora diocesi di San Marino-Montefeltro ma per secoli parte della diocesi di Sarsina.

Un sacerdote capace curatore dei beni ecclesiastici. “Mi sono occupato della ristrutturazione del vecchio seminario di Sarsina e del rifacimento del tetto nel seminario nuovo – rievoca – nonché della  ristrutturazione della canonica di Turrito e della creazione del circolo parrocchiale, della riapertura della chiesa di Sapigno, del restauro della chiesa e del campanile di Turrito, del rinnovo radicale del santuario e della canonica di Romagnano. Negli ultimi anni sono stato assorbito dal restauro totale del complesso ecclesiastico di Monte Petra”.
Alla realizzazione degli arredi ama contribuire con le proprie mani. “Sono falegname dilettante da decenni – spiega mostrando il laboratorio attrezzatissimo nei locali del complesso del seminario di Sarsina vicini al suo appartamento arredato con mobili in legno antico e con travi e putrelle in legno da egli stesso realizzate-. La mia specialità è utilizzare il legno usato  per produrre manufatti. Il coro di Montepetra è stato realizzato con legni ricavati dalle panche, il tabernacolo con tronco di noce e potrei proseguire con tante altre realizzazioni. Il lavoro manuale impegna la mente e costituisce una dimensione strutturale per l’essere umano come è rimarcato nella enciclica Laborem Excersens e nella mia vita è sempre stato fondamentale padroneggiare la materia, abilità che mi fa sentire completo. Lo dicevo sempre anche ai miei studenti quando insegnavo Religione all’istituto per Geometri: il lavoro manuale  rende l’uomo migliore, d’altronde Gesù ha lavorato trent’anni e suo babbo faceva il falegname.
Nel laboratorio di don Ezio sfilano assi affastellati di castagno, la sega circolare a nastro, attrezzi e strumenti, pezzi da completare e rifinire, materiale accatastato. “Quando gli impegni su tre parrocchie me lo consentono, mi rifugio qui a modellare il legno, anche questo è un modo per rendere onore a Dio. Ho ristrutturato una quarantina di mobili assemblando legno vecchio e che il Signore mi conservi in salute per proseguire”, confida il sacerdote falegname.
Il nostro don Ezio è un punto di rifermento per tutti ed è un falegname di fatto con la sua opera che comprende tutto il valore artigiano – sottolinea il responsabile Confartigianato Valle Savio Maurizio Crociani –. Il suo fervore creativo e il suo amore per il lavoro manuale sono un bell’esempio per i giovani di come possa arricchire la persona dedicarsi  alla manualità e a modellare il legno antico. Ciò che ha realizzato negli arredi delle canoniche e delle chiese delle sue parrocchie è invidiabile e merita il conferimento di una targa con la qualifica di prete artigiano, falegname di Dio, che Confartigianato gli consegnerà in un evento imminente”.
Nella foto don Ezio Ostolani e Maurizio Crociani nel laboratorio da falegname del sacerdote.