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Food made in Italy, più sostegni all’export

A cura dell’Ufficio Stampa
uff.stampa@confartigianatofc.it

È in corso fino al 3 settembre la XX edizione di Cibus, la fiera internazionale dedicata al settore agroalimentare a Parma. La manifestazione vede tra gli espositori anche imprese socie di Confartigianato, che nel Cesenate si caratterizzano per l’intraprendenza e la qualità dell’offerta nel contesto di un costante allargamento delle attività del food.

Espandere l’attività sui mercati esteri – rimarca il Gruppo di Presidenza Confartigianato Cesena – non è più soltanto un’opportunità, ma una necessità. Tra gli obiettivi di Confartigianato spicca quello di accompagnare gli imprenditori in questa sfida decisiva per un comparto tra i più apprezzati nel mondo. E proprio per ampliare la presenza internazionale delle piccole imprese del food made in Italy sono importanti gli strumenti e i servizi di Ice Agenzia.Ma servono più  strumenti ‘ad hoc’ per gli artigiani e le piccole imprese dell’alimentazione finalizzati a favorirne l’espansione sui mercati internazionali”.
“La vocazione artigiana del food made in Italy è consolidata – aggiunge il Gruppo di Presidenza di Confartigianato Cesena -: vi operano 330mila imprese fino a cinquanta addetti, e oltre 73mila aziende artigiane. Anche nel Cesenate sono presenti in modo capillare e il settore ha bisogno di interventi che facilitino il riposizionamento sul mercato mediante strumenti di flessibilità che rafforzino la domanda interna e la ripresa dei consumi, favoriscano i processi di qualificazione e di riconoscibilità dei prodotti di qualità, promuovano l’immagine delle produzioni italiane sui mercati esteri, sostengano le imprese nell’adozione di strumenti di tracciabilità, qualità e certificazione di origine dei prodotti”.
“Le micro e piccole imprese del settore alimentare – prosegue il Gruppo di Presidenza Confartigianato Cesena- devono essere accompagnate nell’uso delle tecnologie digitali e nella multicanalità di distribuzione dei prodotti di qualità, devono poter contare su interventi ad hoc di irrobustimento delle capacità finanziarie e di sostegno all’export anche nei Paesi emergenti, su misure di valorizzazione delle produzioni tipiche, dei distretti agroalimentari di qualità e delle produzioni a denominazione d’origine. La strategia ‘Farm to Fork’ presentata dalla Commissione Europea rappresenta una opportunità per valorizzare il ruolo degli artigiani e delle piccole imprese della trasformazione alimentare nella transizione verso sistemi produttivi sostenibili per l’ambiente e sicuri per i consumatori. Ma altrettanto sostenibili dovranno essere gli oneri e gli adempimenti a carico dei piccoli imprenditori per raggiungere questi obiettivi”.