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“Serve una nuova legge quadro che non solo regoli, ma celebri l’artigianato come modello imprenditoriale ed economico creativo e alternativo”

A cura dell’Ufficio Stampa
uff.stampa@confartigianatofc.it

Nell’incontro tra l’on. Alice Buonguerrieri e il consiglio direttivo di Confartigianato Cesena il gruppo di presidenza (Daniela Pedduzza, Stefano Soldati e Fulvia Fabbri, nella foto), fra i vari punti affrontati, ha rimarcato l’esigenza di realizzare nel migliore dei modi una nuova legge quadro sull’artigianato.  

 

“La necessità di una nuova legge quadro per l’artigianato è forte da parte delle piccole imprese – osserva il Gruppo di Presidenza – . Non si tratta di una semplice revisione normativa della legge n. 443 del 1985, molto datata, ma di un’azione politica e culturale per restituire centralità e visibilità a una civiltà del lavoro troppo spesso marginalizzata. Una buona legge non serve solo a regolare, ma a raccontare ciò che un settore è e può diventare. L’artigianato oggi rappresenta un modello economico alternativo, fondato su qualità, competenza e radicamento nei territori. Serve una legge che non solo tuteli, ma celebri l’artigiano come imprenditore creativo, portatore di saperi, innovatore in grado di dialogare anche con l’intelligenza artificiale. Confartigianato propone un impianto normativo che riconosca la funzione formativa dell’impresa artigiana, valorizzi l’apprendistato, sostenga la trasmissione intergenerazionale dei saperi e ridefinisca la figura dell’imprenditore artigiano non solo in termini economici, ma valoriali”.

“Proprio sul rapporto tra le nuove generazioni e l’artigianato – prosegue il Gruppo di Presidenza – va rimarcato come l’artigianato incarni molte delle caratteristiche del lavoro ideale per i giovani: creatività, autonomia, senso, qualità relazionale. Il problema è la percezione del rischio legato all’autoimprenditorialità, che frena molti giovani. Per ovviarvi si possono mettere in campo soluzioni concrete: percorsi di affiancamento, comunicazione mirata, valorizzazione dell’artigianato come spazio dove costruire un progetto di vita e lavoro. L’obiettivo è chiaro: fare dell’impresa artigiana una risposta credibile al bisogno contemporaneo di libertà, espressività e comunità. Il Presidente della Fondazione Germozzi, Giulio Sapelli, affrontando il tema del  cambiamento radicale del rapporto tra i giovani e il lavoro, ha fornito una lettura della crisi dell’impegno lavorativo come una trasformazione sociale e culturale di portata globale, accelerata dalla pandemia ma radicata in dinamiche più profonde. La risposta a questo stato di fatto può essere una rinnovata passione per il lavoro come realizzazione dell’essere, che l’artigianato è in grado di offrire”.