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Tari in calo, ma non basta: per le imprese resta una tassa sul capannone

A cura dell’Ufficio Stampa
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Si registra un’inversione di tendenza in atto con diminuzione della Tari per le utenze extradomestiche in quasi tutti i 15 Comuni del comprensorio cesenate, ma non basta. La  tariffa sui rifiuti si conferma un peso troppo gravoso per le imprese perché si configura come una tassa che si basa sulle superfici e non una tariffa corrispettiva all’effettivo volume dei rifiuti prodotti. La raccolta differenziata cresce, ma non è ancora sufficiente per raggiungere gli obiettivi prefissati dalla Regione Emilia Romagna e diminuire i costi dello smaltimento. Sono altresì forti l’attesa e le aspettative delle imprese per l’aggiudicazione del servizio che deve realizzare il sistema di raccolta porta a porta i tutti comuni del comprensorio con la tariffa puntuale.

 

Sono questi i punti salienti emersi  da un’indagine realizzata dal Centro Studi di Confartigianato Federimpresa Cesena sullo stato di applicazione della Tari nei Comuni del cesenate, che è stata presentata questa mattina  in un conferenza a stampa nella sede di via Alpi, alla presenza del presidente Marcello Grassi, del segretario Stefano Bernacci e del responsabile Area Categorie e Mercato Eugenio Battistini, che ha eseguito l’indagine.

IL VIZIO DI FONDO. Fermo restando il giudizio positivo di Confartigianato sulla diminuzione in atto, frutto anche delle battaglie combattute in tanti anni dalla nostra associazione a fianco delle imprese, c’è una premessa di fondo da ribadire: la Tari resta una tariffa indigesta alle imprese perché è in pratica una tassa sul capannone e sulle superfici, non determinata dall’effettivo volume di rifiuti prodotti. A cui si unisce l’Imu, al massimo dell’aliquota e neppure scaricabile. Ci sono tante imprese che pagano migliaia e migliaia di euro non a fronte di rifiuti realmente prodotti, oltre agli importi pagati privatamente alle ditte specializzate per lo smaltimento dei rifiuti speciali e tossico nocivi. Per questo da anni Confartigianato chiede di cambiare paradigma e quadro normativo perché la Tari non è attualmente per le imprese il pagamento di un servizio, ma di una tassa

TARIFFE IN CALO, MA NON BASTA. Nel 2018 si erano viste nel comprensorio cesenate le prime diminuzioni tariffarie, che nel 2019 sono divenute pressoché generalizzate, grazie anche al recupero degli insoluti e dell’evasione (oltre 1,5 milioni di euro nel solo comune di Cesena) e al miglioramento della raccolta differenziata che limita i costi di smaltimento.

RACCOLTA DIFFERENZIATA IN AUMENTO. Risulta in aumento i tutti i comuni comprensoriali tranne Montiano, Verghereto e Longiano, con una media che sale dal 39,28% al 42% (in Provincia del 56,60%), ma ancora lontana dagli obiettivi della legge regionale e Piano d’Ambito (73,5%). Cesena è arrivata al 68,5% seguita da Gatteo (66,8%). Pesa tuttavia il mancato decollo del nuovo servizio attraverso la gara d’appalto, bandita e in corso di aggiudicazione che porterà il porta a porta in tutti i comuni con la tariffa puntale nel 2020.

COSTO A CARICO DELLE UTENZE EXTRADOMESTICHE. La media è scesa dal 38,46 al 38,33%, ma il problema di fondo resta il fatto che la scelta di quanto caricare le utenze domestiche e quelle extradomestiche non viene condotta sulla base dei dati relativi alla produzione reale dei rifiuti, ma da una scelta di carattere politico. L’omogeneità tariffaria, invece, resta ancora una meteora, con difformità tra Comune e Comune inspiegabili per le imprese: basti pensare che un barbiere a Calisese paga una tariffa di 2,57 euro al metro mentre a Montiano, appena superato il confine, di 4,27.

EVASIONE. Un conto è l’evasione e totale da colpire senza se e senza ma, sostiene Confartigianato, un’altra quella applicativa che può dipendere dalla incomprensione in buona fede delle mille pieghe di una norma di fatto complessa, che può far  scattare sanzioni pecuniarie retroattive di cinque anni dal momento di accertamento della irregolarità.

LE NOSTRE PROPOSTE.  Confartigianato, per una maggiore equità nell’applicazione della Tari a carico delle imprese, chiede l’applicazione della tariffa puntale corrispettiva (più svuoti i cassonetti più paghi: questo dovrebbe essere lo scenario virtuoso), corrispondente ai rifiuti prodotti anche per consentire la deduzione dell’Iva (che attualmente è a carico del contribuente); la uniformità del regolamenti comunali della Tari con medesime rette e scadenze di pagamento, domiciliazione dei pagamenti, medesime regole tariffarie e scontistiche); ulteriore diminuzione del costo del servizio con il nuovo affidamento, in prospettiva l’applicazione dell’uniformità tariffaria d’ambito.

Nella foto da sinistra il segretario Confartigianato Federimpresa Cesena Stefano Bernacci, il presidente Marcello Grassi e Eugenio Battistini, curatore dell’indagine.

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Credits: Federico Lodesani

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