Superbonus, le proposte di Confartigianato per superare le criticità della fase conclusiva

A cura dell’Ufficio Stampa
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Come superare le criticità della fase conclusiva del Superbonus? Confartigianato ha richiesto modifiche al Decreto legge superbonus approvato lo scorso 28 dicembre dal Governo.

“Imprese della filiera edile e utenti del nostro territorio sono interessati ad affrontare il problema – mette in luce il Gruppo di Presidenza Confartigianato Cesena (Stefano Ruffilli, Daniela Pedduzza e Marcello Grassi, nella foto)) -. Per primo richiediamo la proroga per un tempo molto limitato (due mesi dalla conversione del decreto legge) a condizione che i lavori realizzati al 31 dicembre 2023 rappresentino almeno il 70% dell’intervento globale. Inoltre, Confartigianato chiede che il contributo per i contribuenti a basso reddito che proseguono i lavori in fase di avanzata esecuzione (almeno il 60% dell’intervento complessivo) al 31 dicembre 2023 venga esteso a soggetti con un reddito di riferimento più elevato, e che ne sia garantita l’effettiva fruibilità a coloro che non possono sostenere esposizioni finanziarie in attesa del riconoscimento del contributo. Le continue modifiche normative sulla materia inoltre aumentano la complessità e la difficoltà per i cittadini ad ottenere l’agevolazione. E’ il caso dell’obbligo di copertura assicurativa introdotto per gli interventi con il superbonus al 110% in vigore fino al 31 dicembre 2025 nei Comuni colpiti da eventi sismici da aprile 2009 e nei quali è dichiarato lo stato di emergenza. Altrettante perplessità suscitano il ridimensionamento del bonus ‘barriere architettoniche’ e le modalità per usufruirne. Per i contribuenti è difficile gestire il ripetuto cambiamento delle regole senza incorrere in sanzioni, ed effettuare una ragionevole programmazione delle risorse finanziarie necessarie per gli interventi edilizi”.
“Per Confartigianato – conclude il Gruppo di Presidenza cesenate – i bonus edilizia hanno rappresentato una leva formidabile che ha permesso alle famiglie e alle imprese di migliorare il patrimonio immobiliare, con un beneficio all’economia e accrescendo l’impegno sul fronte della riqualificazione urbana e della decarbonizzazione. Un percorso che deve proseguire con la definizione di strategia e di misure stabili per garantire l’effettiva programmazione e implementazione di un piano di riqualificazione del patrimonio immobiliare in linea con gli obiettivi della nuova direttiva casa”.