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Sos, la quarantena affossa l’impresa

A cura dell’Ufficio Stampa
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Il quadro normativo con gli adempimenti per far fronte all’incertezza sanitaria per l’autunno incombente, pur in un quadro nemmeno lontanamente paragonabile con quello dei mesi neri del covid, ma con la imminente tortuosa ripresa delle scuole che potrebbe far rialzare la curva dei contagi, può ripercuotersi con gravi danni sulle imprese, che già scontano le difficoltà di una ripartenza difficoltosa dopo il lockdown.

 

A rimarcarlo è Confartigianato Federimpresa Cesena. “Stiamo raccogliendo tanti segnali preoccupati da parte dei nostri imprenditori, protagonisti anche di casi limite che lasciano a dir poco perplessi – mette in luce il segretario Stefano Bernacci – e che evidenziano la spada di Damocle della quarantena pendente sull’operatività delle imprese. Con la prossima ripresa della scuole, inoltre, i casi di positività possono per ovvie ragioni aumentare nei nuclei familiari, con l’imprenditore capofamiglia che rischia di finire in quarantena, per 14 giorni, nel caso in cui il figlio o un congiunto risulti positivo, sia pur asintomatico”.

Due settimane di quarantena – prosegue il segretario Bernacci – è evidente che sono un periodo di sottrazione al lavoro insostenibile e irrisarcibile per chi è a capo di un’impresa, bloccato e impossibilitato a svolgere il proprio lavoro. Giova rimarcare che nel nostro territorio numerose sono le microimprese familiari, e quelle con un solo componente che, se si ferma, è perduto. La quarantena significa quindi perdere la possibilità di lavorare per metà mese. E’ dunque fondamentale intervenire su questa materia così controversa, fatta salva la necessità di proseguire nell’opera di prevenzione dei contagi, salvaguardando certezza e tutela del lavoro di chi intraprende, altrimenti si rischia uno stillicidio di provvedimenti con effetti devastanti per l’attività delle nostre piccole aziende, con ripercussioni che sarebbero non dissimili da quelle drammatiche del lockdown. Va tenuto presente anche il fatto, di converso, che se un dipendente di ritorno da un viaggio finisce in quarantena, spetterebbe all’impresa pagargli la malattia“.

“Dal monitoraggio che Confartigianato conduce presso i propri imprenditori associati, emergono anche casi limite – aggiunge Bernacci – come ad esempio quello di un imprenditore cesenate che ogni dieci giorni deve recarsi in Turchia dove produce merci, il quale ha scritto ad Asl e Questura per denunciare il fatto di essere costretto a fermarsi per la quarantena ben 14 giorni ogni dieci, di non poter recarsi in banca per gli affidamenti da firmare e pagare i fornitori e di non poter quindi mandare avanti la gestione d’impresa. Tutto questo si verifica qualunque sia l’esito del tampone, poiché, anche se negativo, la quarantena è obbligatoria. E’evidente che certe prescrizioni contenute nei decreti sono difficilmente compatibili con la sopravvivenza imprenditoriale, per cui occorre trovare il modo di affrontare la situazione sanitaria senza aggravare quella economica, già precaria, e garantendo la sostenibilità del sistema delle imprese che danno lavoro”.
Nella foto il segretario di Confartigianato cesenate Stefano Bernacci.

 

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Credits: Federico Lodesani

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