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Rilanciare l’istruzione tecnica e professionale

A cura dell’Ufficio Stampa
uff.stampa@confartigianatofc.it

Il tempo delle iscrizioni scolastiche sino a fine gennaio anche nel nostro territorio cesenate suggerisce una riflessione sul ruolo della scuola per i processi di crescita produttiva. “Il valore artigiano del made in Italy e il patrimonio manifatturiero – mette in luce il Gruppo di Presidenza Confartigianato Cesena (Daniela Pedduzza, Marcello Grassi e Stefano Ruffilli, nella foto) – hanno necessità di avere il sostegno e il rilancio dell’istruzione”. 

Nel nostro paese, rileva l’Ufficio studi di Confartigianato, la spesa pubblica destinata al sistema formativo è inferiore di 1,1 punti percentuali rispetto alla media dell’Ocse. La quota di giovani under 30 che studiano, o sono in formazione, e che lavorano è pari ad appena il 3,8% del totale ed è sensibilmente inferiore alla media Ue del 13,5%. La quota sale al 24,7% in Germania, grazie alla sua lunga tradizione del modello di formazione duale, che alterna scuola e lavoro. In particolare, nel 2021, i giovani tra 15 e 29 anni non occupati né impegnati in percorsi di istruzione o attività formativa sono stati il 23% del totale, quasi dieci punti in più del 13,7% della media Ue”.
“Il risultato – prosegue il Gruppo di Presidenza – è che le imprese faticano a trovare manodopera qualificata e i giovani non trovano lavoro. Sono proprio le micro e piccole imprese a richiedere competenze digitali e di utilizzare linguaggi e metodi matematici e informatici nonché la capacità di gestire soluzioni innovative nell’ambito di ‘impresa 4.0’, applicando tecnologie robotiche, big data analytics, internet of things ai processi aziendali. Aspettative che rendono necessaria una svolta nel nostro sistema formativo. Il Pnrr, che alla missione ‘Istruzione e ricerca’ destina 34 miliardi, deve essere l’occasione per una ‘rivoluzione’ nell’orientamento scolastico e professionale che favorisca il collegamento tra scuola e mercato del lavoro e riduca il mismatch tra domanda e offerta. La via maestra per raggiungere questi obiettivi parte dal rilancio dell’alternanza scuola-lavoro e dell’apprendistato duale. Fondamentale è inoltre sostenere gli istituti professionali e gli istituti tecnici per la formazione del personale richiesto dalle imprese e di difficile reperimento. Altrettanto indispensabile è investire sugli istituti tecnici superiori, che nel nostro territorio godono di ottima reputazione, i quali possono rappresentare un laboratorio per la formazione di nuove competenze e profili professionali di livello superiore adeguati a rispondere alla sempre maggiore richiesta di competenze digitali”.
“A monte – conclude il gruppo di Presidenza – occorre superare gli stereotipi e i pregiudizi che considerano di serie b il lavoro manuale e le nozioni tecniche perseguendo una sintesi alta tra scuola e lavoro facendo in modo che i giovani ricevano una formazione completa e siano avviati alla cultura del lavoro superando la separazione tra lavorare e studiare”.