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Nuovo decreto sulle energie rinnovabili, installatori ko

A cura dell’Ufficio Stampa
uff.stampa@confartigianatofc.it

Si complica il percorso di chi vuole esercitare l’attività dell’installazione di impianti da fonti rinnovabili. Il decreto legislativo 199/2021, con cui l’Italia ha recepito la Direttiva 2018/2001/UE sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili, riporta le imprese alla normativa di otto anni fa, crea confusione e vanifica gli investimenti in formazione fatti da migliaia di imprenditori.

“Il decreto legislativo – denuncia il Gruppo di Presidenza di Confartigianato Cesenadoveva semplificare il quadro normativo in cui operano gli imprenditori. Invece lo si complica ancora di più, con disposizioni che hanno valore retroattivo e creando un ingiustificato doppio binario per il riconoscimento della qualifica di installatore Fer. Ci aspettavamo venisse finalmente chiarito il pasticcio normativo che intralcia da anni le nostre attività. Invece è accaduto il contrario, con buona pace delle nostre aspettative di semplificazione”. In poco meno di un anno – prosegue il Gruppo di Presidenza -– si è passati da una buona legge che delegava il Governo a semplificare la materia a questo decreto che riporta indietro di otto anni la normativa riproponendo un errore nella procedura, esercitando una discriminante nei confronti di imprenditori che avrebbero il diritto di vedersi riconoscere la dignità del proprio mestiere, e non recependo la disposizione contenuta nel cosiddetto Decreto Semplificazioni che aveva previsto a partire dal 1 gennaio 2022 l’inserimento in visura camerale dei titoli di qualificazione degli installatori Fer”.
“Ora – conclude il Gruppo di Presidenza Confartigianato– a questi errori si deve porre rapido rimedio con una modifica normativa per abrogare la nuova disposizione del Decreto legislativo 199/2021 e scrivere finalmente norme chiare e semplici per disciplinare la nostra attività”.