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Modernità di Farabegoli, paladino del valore artigiano

A cura dell’Ufficio Stampa
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Che cosa può suggerire oggi, alla classe dirigente e in generale a tutta la comunità, la figura del cesenate Furio Farabegoli, di cui sono ricorsi i quarant’anni dalla morte? Di lui si ricordano la sua attività politica, il suo impegno nel mondo cooperativo, l’attività incessante nello sviluppo del mondo bancario di territorio, ma – prima ancora di tutto il resto – Farabegoli è nato artigiano del legno.

Questo il suo mestiere da cui è partito. Quando venne eletto, nel suo profilo di senatore della Repubblica accanto al nome c’era scritto artigiano mobiliere. Al suo mestiere e alla sua categoria è stato profondamente legato.Come ricordò l’allora presidente Confartigianato Spalanzani nel convegno di studi organizzato a dieci anni dalla morte, fu fra i primi a capire il valore del sindacalismo artigiano, al servizio non solo della categoria ma del Paese. La sua adesione all’associazione artigiani assunse il duplice significato di vincolo per lo sviluppo della categoria e di impegno per la crescita democratica, economica e sociale del nostro Paese. Rileggendo gli atti di quel convegno, le testimonianze di chi lo conobbe e gli interventi di Farabegoli recuperati dal professor Riva, emerge tutta la modernità del suo pensiero, il suo amore viscerale per il mestiere e l’impegno per affermare nella pratica il dettato costituzionale che all’articolo 45 prevede la tutela dello Stato per l’artigianato.
Le sue battaglie hanno coinciso con il periodo di svolta nella considerazione dell’artigianato nelle politiche pubbliche a partire dalle pensioni e dalla sanità ed hanno orientato l’azione della Confartigianato a livello locale, regionale, nazionale ed europeo.
Sono cambiati i tempi, ma proprio oggi mentre la politica sembra aver perso la capacità di avere un pensiero lungo le idee,la visione e l’opera concreta di persone come Furio Farabegoli mantengono un grande valore d’insegnamento per chi è chiamato a rappresentare ed accompagnare le piccole imprese nelle sfide della modernità.
Per Confartigianato, che pone l’affermazione del valore artigiano alla base della sua azione di rappresentanza, ci sono parole di Farabegoli che rappresentano una sorta di manifesto ideale. “L’artigianato dura e durerà. Come già per gli anziani, cosi i giovani artigiani devono adoperarsi e fortemente volere con studio, intelligenza artistica e tecnica, con amore, che le opere delle loro mani, destinate alla casa, alla città, al tempio, al palazzo civico, rechino l’onesto sigillo trasformatore delle materie e delle cose create, passeggere e fuggitive con noi, facendole insieme con le attività degli altri settori dell’economia nazionale, sempre più compiute, feconde e possenti, perché si tramandi e si perpetui l’atto della nostra gratitudine verso chi ci ha donato la vita e, con la vita, il senso della gioia, del benessere, dell’universalità e della fraternità”.
Grazie Furio, non ti abbiamo dimenticato.
Nella foto Furio Farabegoli.
                                                                                                                                                   Stefano Bernacci, segretario Confartigianato cesenate

 

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Credits: Federico Lodesani

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