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La moda si trasforma, le imprese investono in prodotti e tecnologie green
A cura dell’Ufficio Stampa
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Più investimenti green delle imprese artigiane anche cesenati nel settore moda, attraversato da una fase di profonda trasformazione, spinta da un lato dalla crescente attenzione dei consumatori verso la sostenibilità e dall’altro dalla reattività delle imprese alla crisi, ora accentuata dalla guerra dei dazi avviata dagli Stati Uniti.“
“Le nuove generazioni di consumatori – mette in luce il Gruppo di presidenza di Confartigianato Cesena (Daniela Pedduzza, Stefano Soldati e Fulvia Fabbri – si dimostrano sempre più consapevoli dell’impatto ambientale e sociale dei propri acquisti. In risposta le imprese della moda stanno adottando pratiche più sostenibili. La tracciabilità della filiera, l’uso di materiali ecologici, la riduzione degli sprechi e la promozione dell’economia circolare sono diventati principi guida diffusi tra le imprese del settore. Alla scelta etica si associa anche una maggiore competitività, dato che i consumatori premiano i prodotti che dimostrano coerenza e responsabilità. Parallelamente, la moda italiana deve fare i conti con una profonda crisi che ha colpito il comparto e che ora potrebbe aggravarsi con le difficoltà legate alla guerra commerciale: L’introduzione di dazi mette sotto pressione l’export, storicamente uno dei punti di forza del sistema moda italiano”. A febbraio 2025 la produzione della moda scende del -12,9%: si tratta del 25esimo mese consecutivo con il trend in territorio negativo. Nel totale del primo bimestre del 2025 la produzione scende del 12,7% una tendenza che peggiora di circa un punto percentuale la flessione dell’11,8% del 2024. Ad aprile le attese sugli ordini ristagnano, con saldo a -8 rispetto al -8,5 di marzo e in peggioramento rispetto al -2,5% di febbraio. Sempre nei primi due mesi di quest’anno le esportazioni della moda scendono del 6,0% su base annua.
I consumi rimangono deboli: dopo che nel 2024 i consumi delle famiglie per abbigliamento e calzature sono scesi di 1.632 milioni di euro, pari al -2,4% rispetto all’anno precedente, a marzo 2025 le vendite al dettaglio di abbigliamento e calzature cedono del 3,0% rispetto allo stesso mese dell’anno precedenti.
“Il complesso mix di fattori – mette in luce il Gruppo di Presidenza Confartigianato Cesena – spinge molte aziende a rivedere le proprie strategie produttive e commerciali, maggiormente orientate alla sostenibilità. Il ruolo cruciale delle micro e piccole imprese nella moda sostenibile italiana è fondato su qualità artigianale e filiere territoriali. La sostenibilità viene intesa in senso ambientale, sociale ed economico, grazie a pratiche produttive etiche e processi a basso impatto. Le certificazioni rappresentano strumenti essenziali per garantire trasparenza, sicurezza e tracciabilità, rafforzando l’immagine del Made in Italy nel mondo. I consumatori sono sempre più attenti e orientano il mercato verso prodotti certificati e responsabili. Le imprese artigiane si confermano presidio di innovazione sostenibile e coesione sociale. Nel 2024, nonostante le difficili condizioni del credito determinate dalla stretta monetaria, il 21,6% delle imprese del settore del tessile, abbigliamento e calzature hanno investito in prodotti e tecnologie green”.