La giusta battaglia degli artigiani riparatori indipendenti: “Dateci le stese condizioni di quegli autorizzati”

A cura dell’Ufficio Stampa
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I riparatori indipendenti di beni personali e per la casa devono poter operare alle stesse condizioni dei riparatori autorizzati, vale a dire con il diritto di accedere liberamente a tutti i pezzi di ricambio e agli strumenti e alle informazioni tecniche fornite dai produttori. Lo sollecita Confartigianato.

“Confartigianato – spiega il Gruppo di Presidenza (Daniela Pedduzza, Stefano Ruffilli e Marcello Grassi – ha inviato una lettera inviata al Ministro delle Imprese e del Made in Italy, in vista della imminente conclusione dei negoziati interistituzionali tra il Parlamento e il Consiglio europei sulla proposta di Direttiva recante norme comuni che promuovono la riparazione dei beni. Chiediamo di eliminare le ‘barriere’ e le disparità di trattamento che oggi ostacolano migliaia di artigiani e piccole imprese (dagli impiantisti ai sarti, dagli autoriparatori ai manutentori di ascensori fino ai riparatori di elettrodomestici e agli orologiai) nella loro attività sul mercato delle riparazioni.

‘Barriere’ che la proposta di direttiva prometteva di superare ma che ora vengono riproposte. Infatti il Consiglio europeo ha soppresso la disposizione, proposta dalla Commissione e sostenuta dall’Europarlamento, che prevede che i riparatori indipendenti possano avere accesso a tutti i pezzi di ricambio, alle specifiche tecniche e agli strumenti necessari per effettuare le riparazioni a un costo ragionevole per tutta la durata di vita di un prodotto.
“Confartigianato – aggiunge il Gruppo di Presidenza di Cesena – richiama l’attenzione del ministro sulla necessità di preservare l’obiettivo della direttiva di promuovere la cultura della riparazione e del riuso, valorizzando le competenze dei riparatori indipendenti nel fornire servizi di qualità, accessibili ed economici. In gioco ci sono i diritti dei consumatori a riparazioni a costi sostenibili anche dopo la scadenza della garanzia dei prodotti, la libertà d’impresa dei riparatori indipendenti, gli obiettivi di economia circolare che ispirano la direttiva stessa”.