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Indagine Confartigianato, effetto guerra: rischio lockdown energetico per le imprese

A cura dell’Ufficio Stampa
uff.stampa@confartigianatofc.it

Carenza di materia prima, aumento dei prezzi delle commodities energetiche e non solo, difficoltà a reperire manodopera. Ben prima della guerra in Ucraina l’economia nazionale e con essa anche quella regionale era in grande sofferenza nonostante il periodo di forte ripresa. Ora il conflitto scatenato dalla Russia sta aggravando in maniera esponenziale la situazione.

“Le violente sollecitazioni sui costi delle commodities indotte dagli effetti del conflitto scoppiato lo scorso 24 febbraio nel cuore d’Europa mettono sotto pressione una ampia platea di imprese anche territoriali – afferma il Gruppo di Presidenza Confartigianato Cesena (Daniela Pedduzza, Stefano Ruffilli e Marcello Grassi, nella foto)-. L’analisi dei dati del nostro centro studi mette in evidenza come in maggiore difficoltà si collocano i settori con una maggiore intensità energetica: dalla metallurgia alla petrolchimica, dalla carta al vetro, dalla ceramica ai trasporti. In questi comparti manifatturieri energy intensive sono sempre più numerosi i casi in cui il divario tra costi e ricavi diventa insostenibile, costringendo al fermo dell’attività. Nello stesso tempo la nostra preoccupazione si allarga anche all’ambito famigliare dove le bollette praticamente raddoppiate e il caro carburanti stanno mettendo a dura prova i bilanci famigliari”.

Nella drastica impennata dei prezzi e nei mercati sconvolti dal conflitto, sono compresi oltre due quinti (41,5%) degli occupati del sistema produttivo emiliano-romagnolo: si tratta di quasi 103 mila imprese, la quasi totalità con meno di 50 addetti (98,6%), con 677 mila addetti, oltre la metà (58,9%) occupati in micro e piccole imprese (Mpi). A due anni dal lockdown sanitario siamo arrivati al rischio di lockdown energetico per 2.123 imprese con 52.869 addetti. Il caro-carburanti colpisce il trasporto merci e persone, già colpito pesantemente con la pandemia, comprimendo i margini per 11.983 imprese con 82.775 addetti, di cui 11.773 sono Mpi, con 40.644 addetti. 
Le carenze di materie prime provenienti da Russia e Ucraina, associate a costi crescenti delle forniture – prosegue il Gruppo di Presidenza di Confartigianato Cesena-  coinvolgono le imprese nei settori dell’alimentare, dei metalli e delle costruzioni. Nel 2021 le imprese emiliano-romagnole hanno venduto sul mercato russo principalmente macchinari e prodotti della moda. Ben vengano le misure che in questi giorni il Governo sta mettendo in campo, ma il rischio è che siano di corto respiro. Di fronte a dinamiche di questo genere la diminuzione del costo di gas e benzina per poco più di un mese, così come la rateizzazione delle bollette sono dei palliativi che non risolvono il problema. Ora è necessario proseguire con interventi strutturali per riequilibrare il peso degli oneri in bolletta e per rafforzare il sostegno all’autoproduzione di energia”.