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Imprese rosa, conciliare lavoro e famiglia

A cura dell’Ufficio Stampa
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Le imprese femminili sono diminuite dello 0.9% nel primo semestre del 2020 nel territorio provinciale, secondo quanto emerge dal report della Camera di Commercio. Le difficoltà scaturite dal covid investono anche le imprese artigiane territoriali a guida rosa.

Non va dimenticato un dato strutturale: le donne italiane sono tra le più intraprendenti d’Europa, anche se il nostro Paese è agli ultimi posti nell’Ue per l’occupazione femminile e le condizioni per conciliare lavoro e famiglia. Alla Convention di Donne Impresa Confartigianato del settembre scorso abbiamo chiesto nuovamente a gran voce politiche strutturali che consentano alle donne di fare impresa e insieme di poter essere madri, mogli e figlie. Una sollecitazione alla quale la politica, in quell’occasione, ha risposto condividendo l’impegno a sostenere il talento e gli sforzi delle imprenditrici e a migliorare le condizioni per conciliare gli impegni in azienda e la cura della famiglia.
Una delle priorità consiste nell’intervenire sulla conciliazione tra lavoro e famiglia, a tutti i livelli, dal nazionale al locale. Si tratta di una nostra annosa istanza. Occorre veramente intensificare gli sforzi per abbattere le barriere che impediscono alle donne l’accesso al mercato del lavoro. Lo Stato sociale andrebbe ricostruito a misura di lavoratrice indipendente femminile e vanno inoltre destinate risorse ai servizi per la famiglia e migliorare il welfare per le lavoratrici indipendenti che non hanno gli stessi diritti delle dipendenti. Servono inoltre misure sui servizi all’infanzia che consentano alle donne di sostenere il carico maggiore che hanno rispetto agli uomini nella gestione della famiglia: i figli non possono essere un limite al lavoro delle donne e in questo senso occorre insistere sulla necessità di incentivare la partnership pubblico–privato in tema di welfare e favorire il welfare aziendale. Lo Stato, in tutte le sue declinazioni sino alle nostre amministrazioni comunali, non deve essere un partner negativo delle imprese, ma sostenere con fatti concreti l’autoimprenditorialità.   Nel focus “Matrimonio patrimonio” sul binomio costituito da famiglia e imprese, si è rimarcato che la gestione e il controllo delle piccole e medie imprese nel modello italiano è strettamente collegato alle relazioni e alle dinamiche familiari. Si tratta di un rapporto simbiotico che, se non è adeguatamente coltivato e gestito, rischia di deteriorarsi, con una serie di conseguenze negative, sia per la famiglia sia per l’impresa. Occorre dunque proteggere e tutelare questo patrimonio familiare e imprenditoriale costituito da legami forti, relazioni, valori, tradizioni e conoscenze.
Lorena Fantozzi, presidente Gruppo Donne Impresa Cesena  (nella foto)

 

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Credits: Federico Lodesani

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