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Fine della moratoria, dare ossigeno alle piccole imprese

A cura dell’Ufficio Stampa
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Occorre ricalibrare le politiche di sostegno al sistema produttivo per rispondere alla situazione di elevata incertezza provocata dalla recrudescenza della pandemia, dalla forte crescita dei costi energetici e dalla costante difficoltà di approvvigionamento delle materie prime.

 

È quanto sottolinea Confartigianato, insieme alle altre organizzazioni di categoria, in una lettera inviata al Presidente del Consiglio Mario Draghi invitandolo a sensibilizzare le istituzioni europee per evitare l’introduzione di ulteriori rigidità della regolamentazione bancaria che rendono ancora più selettivo e complicato l’accesso al credito per le imprese, specialmente quelle di minori dimensioni. Per Confartigianato le scelte condivise operate nell’ambito della Legge di bilancio in materia di accesso al credito e di sostegno alla liquidità non sono sufficienti a garantire alle nostre imprese l’ossigeno necessario. “La fine della cosiddetta moratoria di Stato ed il progressivo riallineamento del sistema pubblico delle garanzie – mette in luce il Gruppo di Presidenza Confartigianato cesenate – rischiano di trasformare il graduale ritorno alla normalità in una ulteriore morsa per le imprese che impedisce loro di consolidare una ripresa possibile o, addirittura, di compromettere definitivamente chi non è riuscito ad ancora ad agganciarla. È tutt’altro che scontato che il sistema delle imprese possa assorbire senza contraccolpi tanto la fine delle moratorie, quanto quella del periodo di preammortamento accordati. Vanno dunque individuate soluzioni per un accompagnamento morbido del sistema produttivo verso l’uscita dalla contingenza negativa”.

“Una delle priorità – prosegue il Gruppo di Presidenza – è assicurare un allungamento delle esposizioni debitorie, attraverso una misura finalizzata a sostenere la rinegoziazione dei debiti, escludendo l’attuale previsione dell’obbligo di erogare credito aggiuntivo. Queste operazioni potrebbero essere supportate dal Fondo di Garanzia per le Pmi, anche in misura inferiore rispetto a quanto oggi previsto, e in complementarietà con altre forme di garanzia privata.. Sempre in materia di accesso al Fondo di Garanzia per le Pmi, il previsto rientro al regime di valutazione del rating, a partire dal primo luglio 2022 rischia di non essere adeguato a rilevare l’effettiva condizione delle imprese che stanno attraversando la crisi pandemica. Permane, inoltre, la necessità di individuare strumenti idonei a sostenere le imprese che operano in settori non interessati dalla ripresa e che oggi, a fronte della recrudescenza della pandemia, rischiano seriamente di uscire dal mercato”.