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Energia e gas, crescono le adesioni di imprese e famiglie a Cenpi Confartigianato

A cura dell’Ufficio Stampa
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Il mercato dell’energia anche in Italia è stato liberalizzato e chiunque può accedervi ritagliandosi grandi opportunità di risparmio. Crescono nel cesenate le adesioni a Cenpi (Confartigianato Energia per le imprese) che fornisce un servizio mirato alle imprese e alle famiglie, operando come gruppo d’acquisto e individuando i fornitori migliori, per ottenere i prezzi e le condizioni più convenienti. In questo modo si viene incontro agli interessi delle famiglie e delle piccole imprese.

“Tutti gli interessati, imprese e famiglie – informa il responsabile Paolo Gabelli – possono richiedere senza impegno una analisi sulle proprie utenze e preventivi sui costi di fornitura sulla base del proprio fabbisogno energetico. L’adesione alla offerta non comporta alcun costo, migrazione o impianto, in quanto l’erogazione utilizza già la rete esistente. I risparmi domestici sono stati stimati del 20% sull’energia e del 13% sul gas”. “Quanto al mercato dell’energia elettrica delle imprese nel 2018, ultimo riferimento – rimarca il Gruppo di Presidenza Confartigianato Cesena formato da Daniela Pedduzza, Stefano Ruffilli e Marcello Grassi –   il volume dei consumi di del segmento non domestico è stato di 197,9 TWh e rappresenta il 77,6% delle vendite finali. Nei consumi non domestici prevale il mercato libero, con il 90,5% delle vendite a fronte del 7,4% della maggior tutela e del 2,2% della salvaguardia. Nell’arco degli ultimi cinque anni la quota di vendite sul libero è salita di 3,4 punti percentuali. Sul fronte del costo dell’energia elettrica il sistema delle piccole imprese italiane presenta ancora un forte gap di competitività”.

“L’ultimo report trimestrale sul sistema energetico italiano dell’Enea – prosegue il Gruppo di Presidenza – evidenzia che il più recente aumento dei prezzi sia più accentuato per il nostro paese che non per la media della area Euro e che nel confronto internazionale “il livello dei prezzi rimane inoltre notevolmente più elevato per tutte le fasce di consumo, eccezion fatta per la classe maggiore (70.000–150.000 MWh annui). Sullo spread di prezzo dell’energia elettrica pagato dalle micro e piccole imprese italiane pesa, come noto, un maggiore – e squilibrato – prelievo per accise e oneri generali di sistema”.”L’Indice Confartigianato del costo dell’energia elettrica – mette in luce il Gruppo di Presidenza – ha evidenziato che le imprese più piccole, quelle in bassa tensione, consumano poco più del 34% dell’energia ma pagano il 41,9% di oneri di sistema. Le grandi aziende, che lavorano in alta tensione, consumano il 19,2% dell’energia elettrica ma pagano soltanto il 9,3% di oneri. Una disparità di trattamento che rappresenta un conto salato da pagare per le piccole imprese, pari a 1,3 miliardi di euro in più rispetto all’industria, una evidente stortura nel tentativo di ridurre i consumi e l’inquinamento atmosferico e l’ennesimo paradosso con cui devono convivere i nostri imprenditori”.

Nella foto il responsabile Paolo Gabelli

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Credits: Federico Lodesani

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