industria-gas-energia-petrolio-crisi-ecologia-materie-prime-approvigionamento-014-768x432

Energia e carburanti, cosa prevede il decreto “anti-rincari”

A cura dell’Ufficio Stampa
uff.stampa@confartigianatofc.it

Nella giornata di venerdì 18 marzo il Consiglio dei Ministri ha approvato un decreto legge che – tra le altre cose – ha l’obiettivo di tagliare il costo dei carburanti e diminuire l’impatto del rincaro dell’energia su imprese e famiglie.
Il decreto è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale ed è già in vigore. Riepiloghiamo qui le principali novità per le imprese sul contenimento dei prezzi dell’energia e dei carburanti.

Le misure per ridurre il prezzo dei carburanti
Come anticipato dai media nei giorni scorsi, il governo ha decretato un taglio del prezzo dei carburanti attraverso la riduzione delle accise sulla benzina e sul gasolio. Come annunciato nei giorni scorsi da autorevoli fonti di stampa il taglio dovrebbe essere di 25 centesimi di euro al litro per un periodo di 30 giorni dalla data di entrata in vigore del provvedimento (quindi lo sconto durerà sino al 20 aprile ndr.). Tuttavia stiamo studiando il decreto per verificare la corretta entità dello sconto. Vi terremo aggiornati. Inoltre, per tutto il 2022, l’importo del valore di buoni benzina ceduti a titolo gratuito da aziende private ai lavoratori dipendenti nel limite di 200 euro per lavoratore, non concorrerà alla formazione del reddito e si aggiunge al limite di non imponibilità di beni e servizi erogati per un valore annuo fino a 258,23 euro complessivi.

Crediti di imposta per energia e carburanti
Il nuovo decreto legge prevede un credito di imposta pensato per abbattere i costi energetici delle imprese. In particolare la misura è stata anticipata e declinata dal governo in questo modo:

  • per le imprese con contatori di energia elettrica di potenza disponibile pari o superiore a 16,5 kW (quindi non “energivore” ndr.), il credito è pari al 12% della spesa sostenuta per l’acquisto della componente energetica effettivamente utilizzata nel secondo trimestre del 2022 ed è riconosciuto qualora il prezzo della stessa, calcolato sulla base della media riferita al primo trimestre 2022, abbia subito un incremento del costo per kWh superiore al 30% del corrispondente prezzo medio riferito al medesimo trimestre dell’anno 2019.
  • per le imprese diverse da quelle a forte consumo di gas naturale, il credito è pari al 20% della spesa sostenuta per l’acquisto del gas, consumato nel secondo trimestre solare dell’anno 2022, per usi energetici diversi dagli usi termoelettrici, qualora il prezzo di riferimento del gas naturale, calcolato come media, riferita al primo trimestre 2022, dei prezzi di riferimento pubblicati dal Gestore dei mercati energetici (GME), abbia subito un incremento superiore al 30% del corrispondente prezzo medio riferito al medesimo trimestre dell’anno 2019.
    Il governo ha anche chiarito che questi crediti d’imposta saranno cedibili ad altri soggetti, compresi gli istituti di credito e gli altri intermediari finanziari, “senza facoltà di successiva cessione, fatta salva la possibilità di due ulteriori cessioni solo se effettuate a favore di banche e intermediari finanziari, società appartenenti a un gruppo bancario o imprese di assicurazione autorizzate ad operare in Italia”. Una possibilità – precisa il comunicato governativo – già riconosciuta alle imprese energivore e a forte consumo di gas naturale.

Il governo inoltre ha previsto l’incremento dei seguenti crediti d’imposta (vedi DL n.17/2020 ndr.).

  • quello a favore delle imprese energivore (dal 20% al 25% ndr.);
  • quello a favore delle imprese a forte consumo di gas naturale (dal 15% al 20% ndr.).
    Inoltre, per le imprese esercenti attività agricola e della pesca è riconosciuto un credito di imposta pari al 20% della spesa sostenuta per l’acquisto del carburante effettivamente utilizzato nel primo trimestre solare dell’anno 2022. Anche per queste imprese è prevista la “cedibilità” sul modello credito d’imposta nel settore energetico.

Sorveglianza sui prezzi dell’energia
Il governo ha anche stabilito un potenziamento dell’attività del “Garante per la sorveglianza dei prezzi” dell’energia istituito presso il Ministero dello sviluppo economico (Mister prezzi ndr.). In particolare il Garante potrà richiedere alle imprese dati, notizie ed elementi specifici sulle motivazioni che hanno determinato le variazioni di prezzo. Anche i titolari dei contratti di approvvigionamento di gas per il mercato italiano saranno tenuti a trasmettere al Ministero della transizione ecologica e all’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (ARERA) i contratti già sottoscritti o da sottoscrivere.

Rateizzazione delle bollette
Su questo fronte il decreto prevede, per le imprese con sede in Italia, la possibilità di richiedere ai propri fornitori la rateizzazione degli importi dovuti per i consumi energetici relativi ai mesi di maggio 2022 e giugno 2022, fino a un massimo di 24 rate mensili.

Come specificato dal governo, per “sostenere le specifiche esigenze di liquidità derivanti dai piani di rateizzazione concessi dai fornitori di energia elettrica e gas naturale, SACE S.p.A. (società del gruppo Cassa depositi e prestiti ndr.) rilascerà garanzie in favore di banche, di istituzioni finanziarie nazionali e internazionali e di altri soggetti abilitati all’esercizio del credito, entro un limite massimo di impegni pari a 9 miliardi di euro e può concedere garanzie, in favore delle imprese di assicurazione, pari al 90% degli indennizzi generati da esposizioni relative ai crediti vantati dai fornitori di energia elettrica e gas naturale”.

Questa misura prevede un regime di finanziamento e garanzia particolarmente agevolato per imprese considerate strategiche per l’economia nazionale e un finanziamento di 150 milioni destinato alla decarbonizzazione dello stabilimento ex-ILVA di Taranto.

Misure a favore dell’autotrasporto
Il governo ha previsto ulteriori interventi rispetto a quelli già adottati con il precedente “decreto energia” (DL n.17/2022). In particolare sono stati annunciati:

  • l’istituzione del Fondo per il sostegno del settore, per mitigare gli effetti economici derivanti dagli aumenti eccezionali dei prezzi dei carburanti, con una dotazione di circa 500 milioni di euro per l’anno 2022;
  • il rifinanziamento dei contributi per i cosiddetti “mare bonus” e “ferro bonus“, per incentivare il trasporto delle merci via mare e attraverso le ferrovie togliendolo dalla strada e per favorire lo sviluppo dell’intermodalità;
  • come richiesto da Confartigianato Trasporti, l’inserimento nei contratti di trasporto della clausola di adeguamento del corrispettivo per tenere conto dell’aumento dei prezzi del carburante. In particolare, nei contratti stipulati in forma scritta, deve essere prevista la clausola di adeguamento del corrispettivo qualora il prezzo del carburante registri una variazione di almeno il 2% del valore preso a riferimento al momento della stipula del contratto o dell’ultimo adeguamento effettuato. Per i contratti di trasporto merci conclusisi in forma non scritta si prevede che il corrispettivo venga determinato in base ai valori indicativi dei costi di esercizio dell’impresa di autotrasporto pubblicati e aggiornati periodicamente dal Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili;
  • ulteriori sostegni al settore con lo stanziamento aggiuntivo di 15 milioni di euro per l’anno 2022 al Comitato centrale per l’Albo degli autotrasportatori che provvede, tra l’altro, a erogare alle imprese le risorse a titolo di riduzione compensata dei pedaggi autostradali, e di ulteriori 5 milioni per la deduzione forfetaria delle spese non documentate ai titolari di imprese di autotrasporto alla guida dei veicoli;
  • l’esonero per l’anno 2022, per le imprese di trasporto merci per conto terzi, dal versamento del contributo all’Autorità di regolazione dei trasporti.

Cassa integrazione ordinaria
Per i datori di lavoro che non possono più ricorrere ai trattamenti ordinari di integrazione salariale, il decreto prevede, nel limite di spesa di 150 milioni di euro per l’anno 2022, un trattamento ordinario di integrazione salariale per alcune settimane fruibili fino al 31 dicembre 2022.

Questa misura consente l’utilizzo di ulteriori 8 settimane di assegno di integrazione salariale FIS per le aziende fino a 15 dipendenti dei settori del turismo in difficoltà che hanno esaurito le 13 settimane previste (imprese con i codici ATECO già previsti nel “Decreto Sostegni ter“, esclusa la ristorazione collettiva).

Non solo. Il decreto conferma per le imprese industriali colpite dal caro energia e materie prime che hanno esaurito i contatori degli ammortizzatori, ulteriori 26 settimane di cassa integrazione ordinaria da utilizzare fino al 31 dicembre 2022. Sarà l’INPS a monitorare il rispetto dei limiti di spesa che una volta raggiunti non consentiranno l’acquisizione di nuove domande.

Contratti pubblici
Il decreto rafforza gli strumenti di revisione dei prezzi nei contratti pubblici. In particolare, fino al 31 dicembre 2022, le variazioni in aumento dei prezzi di alcuni materiali da costruzione, rilevate dal Ministero delle Infrastrutture e delle mobilità sostenibili, o gli aumenti eccezionali dei prezzi dei carburanti e dei prodotti energetici, accertati dal responsabile unico del procedimento nell’appalto in contradditorio con l’appaltatore, possono essere valutati come causa di forza maggiore e dare luogo alla sospensione della prestazione qualora impediscano, anche solo parzialmente, il regolare svolgimento dei lavori o la regolare esecuzione dei servizi e delle forniture. Qualora gli aumenti impediscano di ultimare i lavori, i servizi o le forniture nel termine contrattualmente previsto, costituiscono causa non imputabile all’esecutore e questi può chiedere la proroga del termine per eseguire la prestazione.

Credito d’imposta IMU per il comparto turistico
Per il 2022 il governo riconosce un credito di imposta alle imprese turistiche-ricettive, comprese quelle che esercitano attività agrituristica e alle strutture ricettive all’aria aperta, alle fiere, ai complessi termali, ai parchi tematici, aquatici e faunistici, in misura corrispondente al 50% dell’importo versato a titolo di seconda rata dell’anno 2021 dell’IMU per gli immobili rientranti nella categoria catastale D2, a condizione che i proprietari siano anche gestori dell’attività e che abbiano subito una diminuzione del fatturato o dei corrispettivi nel periodo indicato di almeno il 50% rispetto al 2019.

Anticipazione risorse fondi per l’adeguamento prezzi
Per mitigare gli effetti economici degli aumenti eccezionali dei prezzi di alcuni materiali da costruzione, dei carburanti e dei prodotti energetici, il Ministero delle Infrastrutture e delle mobilità sostenibili può riconoscere, nel limite del 50% delle risorse del fondo, un’anticipazione pari al 50% dell’importo richiesto dalle imprese.