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Debiti della PA, Confartigianato chiede la compensazione secca

A cura dell’Ufficio Stampa
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Prosegue la diminuzione dei debiti commerciali delle amministrazioni pubbliche che, secondo le ultime valutazioni della Banca d’Italia, sono scesi al 3,0% del PIL (era 3,2% nel 2017) e sono valutati nel 2018 in circa 53 miliardi di euro. Circa la metà del totale del debito commerciale della P.A. è legata al ritardo nei pagamenti delle Amministrazioni pubbliche rispetto alle scadenze contrattualmente previste. Il Comune di Cesena, nell’ultima sua comunicazione in merito risalente a qualche mese fa, ha reso noto che il tempo medio di pagamento è sceso a 20 giorni.

 

Nonostante questo miglioramento l’Italia è il paese UE con il maggiore peso dei debiti della P.A. verso le imprese per beni e servizi, per la sola parte di spesa corrente e comprese le anticipazioni, pari al 2,9% del PIL, pressoché doppio rispetto alla media dell’UE, pari all’1,5%, e superiore a quello di Croazia (2,8%), Finlandia (2,1%), Portogallo e Danimarca (2,0%). “La soluzione proposta da Confartigianato – rimarca il Gruppo di Presidenza formato da Daniela Pedduzza, Stefano Ruffilli e Marcello Grassi – al problema dell’eccessivo stock di debito commerciale della pubblica amministrazione: è la compensazione secca, diretta e universale tra i debiti della pubblica amministrazione verso le imprese e i debiti fiscali e contributivi delle imprese, come proposto da Confartigianato”. In parallelo alla riduzione dello stock dei debiti commerciali, scendono anche i tempi medi effettivi di pagamento.Tutte le pubbliche amministrazioni sono tenute a pagare le proprie fatture entro 30 giorni, ad eccezione degli enti del servizio sanitario nazionale, per i quali il termine massimo è di 60 giorni.

L’analisi degli ultimi dati pubblicati dal Mef su 7.677 amministrazioni comunali evidenzia per il quarto trimestre 2018 un tempo medio di pagamento di 35 giorni. I Comuni che pagano entro il limite imposto dalla normativa rappresentano meno della metà (47,6%, pari a 3.656 Comuni) del totale e gestiscono circa un terzo (34,7%) dell’importo complessivo pagato nel trimestre; i Comuni che pagano oltre il limite sono la maggioranza (52,4%) e nel dettaglio 3.041 Comuni presentano tempi medi di pagamento tra 31 e 60 giorni – il 39,6% dei Comuni e gestiscono il 59,0% dei pagamenti – mentre 980 Comuni pagano oltre i 60 giorni, rappresentando il 12,8% del totale e gestendo il restante 6,3% dell’importo onorato. La quota di Comuni che pagano sopra i 60 giorni sale al 20,1% nel Mezzogiorno a fronte del 9,3% del Centro-Nord e si riferisce all’11,8% dei pagamenti, più del doppio della quota del Centro-Nord (4,6%). Dall’analisi su base regionale emerge che in cinque regioni i Comuni, mediamente, pagano entro il limite di legge: Trentino-Alto Adige e Valle d’Aosta sono le regioni più virtuose ed impiegano 25 giorni, seguono Friuli-Venezia Giulia con 26 giorni, Sardegna con 28 giorni e Veneto con 30 giorni. All’opposto i maggiori ritardi nei pagamenti si osservano per Calabria con 49 giorni, Umbria con 47 giorni, Molise e Marche, entrambi con 45 giorni, mentre Sicilia e Campania pagano mediamente  in 44 giorni. 

Nella foto il Comune di Cesena.

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Credits: Federico Lodesani

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