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Crisi d’impresa, tarare il codice per le pmi

A cura dell’Ufficio Stampa
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Codice della crisi d’impresa, nuovi sviluppi su una materia intricata. Il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto che introduce misure urgenti in materia di crisi d’impresa e di risanamento aziendale. Confartigianato valuta positivamente la scelta di prorogare al 16 maggio 2022 l’entrata in vigore del Codice della crisi d’impresa, che altrimenti sarebbe divenuto operativo il prossimo 1° settembre.

 

Per le misure di allerta l’entrata in vigore è rinviata al 31 dicembre 2023. In assenza di proroga migliaia di impresa erano a rischio di segnalazione a fronte dell’aumento delle difficoltà finanziarie determinate dalle restrizioni imposte dalla pandemia.
“Come denunciato da Confartigianato – osserva il Gruppo di Presidenza di Confartigianato cesenate (Stefano Ruffilli, Daniela Pedduzza e Marcello Grassi, nella foto)- , l’attuale formulazione della disciplina è eccessivamente complessa e non a misura di micro e piccola impresa e quindi la proroga dovrà anche essere l’occasione per “rivisitare” totalmente l’impianto normativo che permetta di evitare segnalazioni di allerta falsate dalla pandemia. Confartigianato auspica quindi che la riscrittura tenga conto dello spirito della Direttiva europea, di fatto disatteso dal Codice della crisi, approvato ad inizio 2019: la Direttiva chiede, infatti, agli Stati membri di adattare gli strumenti di allerta in funzione delle dimensioni dell’impresa, mentre l’attuale sistema dell’allerta del Codice della crisi è “a taglia unica” e impone in capo a tutti gli imprenditori i medesimi obblighi, indipendentemente dalla dimensione aziendale“.