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Crisi di impresa e insolvenze, il codice non precluda il risanamento aziendale

A cura dell’Ufficio Stampa
uff.stampa@confartigianatofc.it

Il decreto legge su crisi d’impresa e risanamento aziendale all’esame del Parlamento per la sua conversione adatta opportunamente la disciplina della crisi d’impresa all’attuale scenario economico fortemente condizionato da ormai quasi due anni di pandemia. È il giudizio di Confartigianato.

“Confartigianato – afferma il Gruppo di Presidenza Cesena (Daniela Pedduzza, Stefano Ruffilli (nella foto) e Marcello Grassi – apprezza il rinvio al 16 maggio 2022 dell’entrata in vigore di molte norme del Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza e il rinvio al 31 dicembre 2023 dell’entrata in vigore delle procedure di allerta e di composizione assistita della crisi”.
“Il grande pregio di questa procedura – sottolinea il Gruppo di Presidenza – consiste nella sua natura esclusivamente negoziale, agile, in linea con le norme europee e volontaria, senza ingerenze esterne o addirittura giurisdizionali: l’imprenditore, infatti, rimane in ogni fase il dominus della propria impresa, affiancato soltanto dalla figura dell’esperto che opera come ‘facilitatore’. Secondo Confartigianato la nuova procedura negoziata consentirà di gestire al meglio le situazioni di impasse che molte imprese dovranno inevitabilmente affrontare, non solo nell’attuale fase di emergenza pandemica, ma soprattutto nella fase post-pandemia con la fine dei contributi e sussidi pubblici. È indispensabile che l’imprenditore possa intervenire tempestivamente, senza temere ingerenze o etichettature negative, nel momento in cui rilevi segnali di difficoltà prima di arrivare alla crisi conclamata dalla quale difficilmente un’impresa “esce in piedi”. Il lasso di tempo che intercorre tra questi due momenti deve essere messo a frutto per risanare e risollevare l’impresa. La nuova procedura va esattamente in questa direzione, da tempo sollecitata da Confartigianato“.