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Confartigianato: “Primi per Pil in Regione, ma costi dell’energia e scarsa manodopera tarpano le ali”

A cura dell’Ufficio Stampa
uff.stampa@confartigianatofc.it

Ripresa in chiaroscuro. Il 17° report di Confartigianato “Le tendenze a inizio 2022, tra rischi e opportunità” nelle sue evidenze emiliano-romagnole evidenzia che durante la crisi per il Covid-19 la nostra Regione è stata in grado di recuperare i livelli di Pil pre crisi, posizionandosi al primo posto nazionale per miglior capacità di rimonta.

 Le variazioni triennali nel periodo compreso fra gli anni 2019 e 2022 registrano una previsione di crescita del Pil dell’Emilia-Romagna del 4,2%, trainato in particolare dall’export.
“Da una parte – commenta il Gruppo di presidenza Confartigianato Cesena (Stefano Ruffilli, Marcello Grassi e Daniela Pedduzza) – si sono create grandi potenzialità di crescita, anche nel nostro territorio cesenate in piena fase di ripartenza. Basta guardare i dati di recupero del Pil in regione dopo la batosta della prima fase della pandemia, con il mondo imprenditoriale che si è attrezzato per assecondare al meglio questa ripresa, anche con importanti investimenti sul fronte dell’innovazione tecnologica e di sistema. Dall’altra troviamo le imperfezioni del modello economico internazionale, che si sono concretizzate con la riduzione delle materie prime e con un esorbitante aumenti del prezzo delle stesse, in particolare delle commodities energetiche, stanno rendendo vani tutti questi sforzi”.
In regione l’ammontare delle vendite oltre confine di prodotti moda, legno, arredo, metalli, alimentari e altra manifattura, realizzati nei settori a maggior presenza di micro piccole realtà produttive, ha superato quello pre-pandemia (I-III trimestre 2019) del +1,8%, grazie al recupero delle esportazioni di mobili (+21,8%), prodotti alimentari (+16,3%), legno (+14,5%), metalli (+6,1%) e beni delle altre manifatture come gioielli, occhiali (+2,6%). Resta invece ancora preceduto da segno meno l’export dei prodotti moda made in Emilia-Romagna (-12%). A livello provinciale l’export recupera e supera i livelli pre-crisi.
Ripartono – aggiunge il Gruppo di Presidenza  Confartigianato Cesena – anche le nuove iscrizioni di impresa, permettendo la continuità della rigenerazione del tessuto produttivo imprenditoriale del nostro territorio. Sul fronte mercato del lavoro, l’indicatore che misura l’evoluzione dei rapporti di lavoro alle dipendenze, negativo e pari al -1,9% nel 2020 rispetto al 2019 recupera nel 2021 rispetto al 2020 attestandosi al +3,2%.Persiste però il problema della difficoltà di reperimento di manodopera che viene riscontrata a gennaio 2022 dal 41,1% delle imprese, quota superiore di 3,8 punti rispetto a quella di gennaio 2020 (37,3%). Se aggiungiamo le incertezze sul fronte materie prime e gli aumenti fuori controllo delle stesse, è difficile fare previsioni per il 2022. Di certo ad oggi le imprese iniziano ad avvertire pesantemente gli effetti del caro prezzi con settori, ad esempio, l’autotrasporto che rischia già di operare in perdita“.
“L’analisi del nostro Centro studi – concludono il Gruppo di Presidenza e il segretario di Confartigianato Cesena – evidenzia fra l’altro la necessità di agire a livello strutturale, a cominciare dalle imperfezioni della bolletta energetica e sugli squilibri che fanno pagare alle piccole imprese costi per materie prime più alti anche di tre o quattro volte quelli pagati dalle grandi imprese”.