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Confartigianato: “Imprese manifatturiere italiane con i costi di energia elettrica più alti in Europa, competitività drogata”

A cura dell’Ufficio Stampa
uff.stampa@confartigianatofc.it

L’Italia è la seconda economia manifatturiera dell’Unione europea, ma sale al primo posto per occupati nelle micro e piccole imprese manifatturiere e anche nel territorio cesenate esse costituiscono una fetta preminente del settore artigiano. Lo mette in luce Confartigianato Federimpresa Cesena che lamenta, fra i tanti, un fattore di forte criticità accresciutosi nel tempo“.

La competitività delle mpi – rimarca il Gruppo di Presidenza Confartigianato Cesena (Daniela Pedduzza, Fulvia Fabbri e Stefano Soldati) – è ridotta dai prezzi più elevati dell’energia elettrica tra i paesi della manifattura europea. L’elevato prezzo dell’energia aggrava le difficoltà delle piccole imprese manifatturiere, alle prese con la crisi dell’automotive e i dazi imposti dagli Stati Uniti”.

“L’Italia – prosegue il Gruppo di Presidenza di Confartigianato cesenate – è il paese con la maggiore occupazione nelle micro e piccole imprese manifatturiere, mentre registra i prezzi di energia elettrica più elevati tra le dieci maggiori economie manifatturiere, che rappresentano l’82,7% del totale della manifattura nell’UE a 27. Nel secondo semestre del 2024 il prezzo dell’energia elettrica pagato nelle classi di riferimento delle mpiin Italia – per consumi fino a 2.000 MWh e comprensivo di accise, oneri e al netto dell’IVA – è pari a 28,00 centesimi di euro al KWh e risulta del 22,5% al di sopra alla media UE, oltre ad essere superiore a quello rilevato in Germania (26,98 centesimi di euro al KWh), Polonia (25,48 centesimi di euro al KWh), Ungheria (24,5 centesimi di euro al KWh), Repubblica Ceca (23,49 centesimi di euro al KWh), Paesi Bassi (22,54 centesimi di euro al KWh) e Francia (21,42 centesimi di euro al KWh). Il prelievo fiscale e parafiscale sul costo dell’energia elettrica per le mpi in Italia è più che doppio rispetto alla media UE a 27. Tale divario scende al crescere dei consumi,  mentre diventa negativo, generando un vantaggio fiscale, per i grandi consumatori tra 70.000 e 150.000 MWh (-22,6%) e oltre 150.000 MWh (-19,6%). L’Italia presenta infine il secondo più elevato carico per accise e oneri sul chilowattora pagato dalle MPI tra i 27 paesi dell’Unione europea. Si tratta di una situazione a cui Confartigianato chiede da tempo di ovviare riportando la produzione delle nostre imprese nei binari di una più equa competitività di sistema