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Confartigianato: “Crisi ucraina, allarme per le conseguenze umanitarie ed economiche: export a rischio”

A cura dell’Ufficio Stampa
uff.stampa@confartigianatofc.it

L’Emilia Romagna è la Regione che più esporta nel mercato russo e anche nel territorio romagnolo e cesenate crescono la preoccupazione e l’allarme per la crisi russo-ucraina che avrebbe conseguenze umanitarie, prima ancora che economiche  inaccettabili. Confartigianato auspica la prosecuzione di intense azioni diplomatiche per recuperare la situazione e scongiurare i rischi di un conflitto

“Occorre a tutti i costi evitare – sottolinea Confartigianato – che si ripeta quanto avvenuto con il precedente conflitto russo-ucraino scoppiato nel 2014 con la crisi di Crimea che ha provocato anche pesanti effetti economici di lungo periodo per le imprese italiane“.

“Tra il 2013 e il 2021, infatti, le nostre esportazioni verso la Russia hanno accumulato un calo del 29,3%, il peggiore tra i principali Paesi dell’Ue. -spiega il Gruppo di Presidenza Confartigianato Cesena (Stefano Ruffilli, Marcello Grassi e Daniela Pedduzza) -. Tra i prodotti più venduti dalle imprese italiane in Russia, la diminuzione è stata pesantissima per la moda (-43,4%), seguita dai macchinari (-26,7%), A livello territoriale, le conseguenze più gravi in termini di crollo dell’export verso la Russia tra il 2013 e il 2021 si sono registrate in Abruzzo, nelle Marche ( -59,6%), in Toscana (-40,4%). Forti cali anche per Emilia-Romagna ( -25,2%) Il rischio è che ora si ripeta quanto già avvenuto in Russia dove, nel 2021, abbiamo venduto prodotti per un valore di 7.696 milioni di euro, con una crescita dell’8,8% rispetto al 2020, ma ancora inferiore del 2,3% rispetto ai livelli pre-pandemia del 2019″.

“Tra i prodotti italiani più apprezzati a Mosca – prosegue il Gruppo di Presidenza di Confartigianato Cesena   vi sono macchinari e apparecchiature: nel 2021 ne abbiamo esportati per 2.147 milioni di euro (pari al 27,9% del made in Italy in Russia). Seguono la moda per 1.346 milioni di euro (17,5% del totale del nostro export in Russia), i prodotti chimici per 720 milioni di euro ( 9,4%), i beni alimentari e bevande per 635 milioni di euro (8,3%). I settori italiani con la maggiore concentrazione di micro e piccole imprese (soprattutto alimentari, moda, mobili, legno, metalli) vendono in Russia prodotti per 2.684 milioni di euro, pari al 34,9% delle nostre esportazioni nel Paese”.

Nella foto un’immagine tratta dai rai News.