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Codice degli appalti pubblici, cabina di regia per condividere le regole

A cura dell’Ufficio Stampa
uff.stampa@confartigianatofc.it

“Per quel che attiene le nuove regole inerenti  gli appalti pubblici non bisogna farsi condizionare da pregiudizi. Il subappalto libero è un argomento su cui Confartigianato si confronta dal 2016 quando è stato proposto per la prima volta. A prescindere dal tetto percentuale che il legislatore sceglierà è imprescindibile che vi siano regole precise e condivise per tutelare i lavoratori, per garantire la giusta remunerazione delle imprese e il compimento delle opere. Non è la percentuale del subappalto a condizionare il livello della sicurezza e la legalità”.

 

A rimarcarlo è il Gruppo di Presidenza Confartigianato Cesena. “Il subappalto libero – affermano i presidenti  Stefano Ruffulli, Daniela Pedduzza e Marcello Grassi  – impone maggiori competenze sia della stazione appaltante che degli operatori economici; ma invece di far crescere queste competenze, abbiamo passato almeno cinque anni a fare melina intorno a finti obiettivi. La qualificazione delle stazioni appaltanti era il punto centrale della precedente riforma e sulla base di questa erano incardinate alcune semplificazioni che purtroppo si sono tradotte in paralisi del sistema. Basti dire che per realizzare un appalto pubblico infrastrutturale in Italia servono mesi  mesi in più rispetto alla media europea e a rallentare i lavori sono i numerosi passaggi burocratici che incidono per il 54,3% sui tempi complessivi per completare le opere. A distanza di cinque anni nulla è cambiato e torniamo a dividerci sugli stessi temi, in un infinito gioco dell’oca. Peraltro, bisogna rispondere ad una procedura di infrazione proprio su questi temi e se non si correggerà la norma corriamo il rischio di
vederci decurtare del 5% le risorse del PNRR; investire queste risorse nella qualificazione delle stazioni appalti e nei controlli, anche attraverso gli strumenti della bilateralità artigiana, potrebbe essere la strada giusta”.

“Bisogna che il legislatore –conclude il Gruppo di Presidenza di Confartigianato – che il condivida le strategie e le regole con gli imprenditori. La cabina di regia prevista dal Codice è la sede ideale per farlo”.