Brusca frenata degli investimenti, va sostenuta la produttività delle imprese

A cura dell’Ufficio Stampa
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L’analisi dei conti nazionali pubblicati da Eurostat mette in luce che gli investimenti in Italia segnano pesantemente il passo, dopo la resilienza nella seconda metà del 2022. Nel secondo trimestre 2023 gli investimenti fissi lordi in Italia registrano una flessione dell’1,8% rispetto al trimestre precedente, a fronte della stagnazione (-0,1%) in Francia e l’aumento dello 0,4% in Germania e Ue a 27, mentre si osserva un maggiore dinamismo in Spagna (+4,6%).

Per affrontare le tre grandi transizioni – demografica, digitale e ambientale – il sistema delle imprese deve intensificare il flusso degli investimenti – mette in luce il gruppo di presidenza Confartigianato cesenate (Marcello Grassi, Daniela Pedduzza e Stefano Ruffilli) –. In una economia caratterizzata dalla riduzione della popolazione attiva, la crescita economica va sostenuta da incrementi di produttività, possibili con investimenti in macchinari e in attività di ricerca e sviluppo. Analogamente, l’accumulazione di capitale nelle imprese è essenziale per la digitalizzazione dei processi produttivi, l’efficienza energetica, la riduzione dei rifiuti e il contenimento dell’impatto sull’ambiente dell’attività aziendale.
“Siamo in una fase economica molto delicata – prosegue il Gruppo di Presidenza – che richiede un supplemento di impegno, uno sforzo ancora più energico per non perdere l’occasione di rilanciare lo sviluppo. Noi imprenditori non dobbiamo perdere la fiducia nelle nostre potenzialità, ma abbiamo bisogno che questa fiducia venga alimentata dalle scelte di politica economica. Per questo, nonostante i vincoli di finanza pubblica, Confartigianato richiede che la manovra che il Governo si accinge a presentare sia ben orientata ad accompagnare le imprese nelle transizioni green e digitale, anche con strumenti di finanza innovativa, con precisi impegni sul fronte del fisco, del lavoro, della formazione, dell’attuazione del Pnrr, con una strategia strutturale e sostenibile di medio-lungo termine in tema di incentivi per l’efficientamento energetico degli edifici”.
Nell’arco di dodici mesi – periodo in cui si è manifestata la stretta monetaria che ha determinato un aumento dei tassi sui prestiti delle imprese di 359 punti base – gli investimenti fissi lordi flettono dello 0,6% in Italia, mentre salgono dell’1,3% in Eurozona. Sul calo degli investimenti in Italia hanno influito le difficoltà di  attuazione del Pnrr che nel 2022 hanno depotenziato la spinta degli investimenti pubblici, che dovrebbe manifestarsi nel corso del 2023. Grazie al sostegno degli incentivi di politica fiscale per interventi sugli edifici e acquisto di macchinari, l’Italia ha registrato la maggiore crescita degli investimenti rispetto ai livelli pre-pandemia tra i maggiori paesi europei.