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Caro energia, Confartigianato: “Impedire che le pmi continuino a pagare per le grandi energivore”
A cura dell’Ufficio Stampa
uff.stampa@confartigianatofc.it
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Il peso del caro-energia continua a gravare in modo sproporzionato sulle piccole imprese. È l’allarme lanciato da Confartigianato cesenate. “In Italia e anche nel nostro territorio – dichiara il Gruppo di Presidenza (Daniela Peduzza, Fulvia Fabbri e Stefano Soldati, nella foto) – almeno l’80% delle imprese manifatturiere ha meno di nove dipendenti, e sono proprio queste a pagare le bollette più care: 184 euro per megawattora, contro una media nazionale di 137.
Gli oneri di sistema, inoltre, gravano in modo sproporzionato: una piccola impresa tessile paga tra i 40 e i 50 euro/MWh, mentre una grande impresa dello stesso settore ne paga appena 3-5. Nel 2024, 1,9 miliardi di euro sono stati trasferiti dai piccoli consumatori alle grandi aziende energivore attraverso meccanismi di agevolazione. Una situazione inaccettabile”.
Confartigianato ha elaborato una serie di proposte. “Chiediamo di spostare i costi delle agevolazioni agli energivori dai conti in bolletta ai proventi derivanti dalle aste di CO₂ – mette in luce il Gruppo di Presidenza – misura già sperimentata con successo in passato. Per ridurre strutturalmente gli oneri sulle bollette delle imprese artigiane e manifatturiere sarebbero sufficienti risorse reperibili anche grazie ricavi dalle aste di CO₂ incassati solo nel primo trimestre 2025”.
Confartigianato chiede anche di garantire trasparenza nei mercati energetici e rafforzare i poteri dell’Arera, l’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente, per contrastare comportamenti anticoncorrenziali”.
