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Edil Sei lascia dopo 45 anni. ‘Bello lavorare in edilizia, ma troppa carta’

A cura dell’Ufficio Stampa
uff.stampa@confartigianatofc.it

ll lusinghiero traguardo dei quarantacinque anni di storia d’impresa a coronare la fine di una felice avventura che arriverà entro fine anno. Protagonista è l’azienda cesenate Edil Sei snc, associata a Confartigianato (che consegnerà  una targa al valore artigiano) e operativa nel settore edile, con sede a San Carlo, fondata nel 1980 ed evolutasi nel tempo con l’ingresso di nuovi soci titolari che hanno operato in felice continuità con i pionieri fondatori. 

A capo dell’impresa ci sono oggi Marino Cuni, Vincenzo Nisi, Gianluca Nisi e Mauro Zavalloni. “Lasciamo con serenità, a fine 2025 si chiude un ciclo. D’altronde non è possibile attuare il ricambio generazionale per mancanza di materia prima – afferma il portavoce Cuni  -: alcuni di noi non hanno figli e chi li ha hanno intrapreso strade diverse. Cedere l’azienda mantenendo il nome? Non ci abbiamo neanche pensato. Il rapporto con un’impresa è fiduciario, chi viene a Edil Sei e trova altre facce rispetto alle nostre resterebbe spiazzato”.
“Ho 67 anni – prosegue Marino Cuni – e si completa un percorso, dopo il lavoro di una vita. Lavorare in edilizia, noi lo facciamo con i clienti privati, è stata una esperienza bellissima. La gioia più grande è vedere che dal nulla, con le tue mani, realizzi case, chiese, stabilimenti. Siamo una categoria chei costruisce cose tangibili, che cosa può esserci di meglio? Negli anni il lavoro manuale si è semplificato ed è divenuto meno duro  grazie a utensili, gru e attrezzi vari. Noi non siamo stanchi del lavoro manuale, anzi se è per questo andremmo ancora avanti. La stanchezza che ci spinge a smettere dipende da altro“.
“Dipende – spiega  Cuni – dalla carta, dall’eccesso di burocrazia di regole, regolette, adempimenti e imposizioni via via moltiplicatesi come quella per citare l’ultima della pec pretesa per ciascuno dei soci titolari, che tolgono tempo ed energie sottraendole al lavoro di tutti  i giorni. E, soprattutto, creano ansia, con la quale non si può lavorare bene. In questi quarant’anni tutto si è più complicato,  e oggi è  più difficile seguire la burocrazia che un cantiere”.
Di lavoro ce n’è a iosa – dice ancora Cuni –  noi siamo sempre andati avanti col passaparola ed Edil Sei si è costruita una credibilità sul campo. Siamo stati bravi, fortunati e dobbiamo ringraziare i nostri clienti. Un rammarico? La carenza di manodopera specializzata che ci ha fatto scegliere di non sostituire i lavoratori che andavano in pensione, dopo che abbiamo toccato  il picco di 16 persone fra soci e dipendenti.
Confartigianato cesenate – conclude Cuni – ci è sempre stata accanto in questi anni con professionalità e abbiamo apprezzato i suoi sforzi di farsi sentire nelle sedi opportune per chiedere la riduzione del carico burocratico, divenuto veramente insostenibile. Il problema non è solo di Edil Sei, ma di tutti gli artigiani imprenditori. Chi fa questo mestiere, non vorrebbe affogare negli adempimenti, tanto meno i giovani che fondano nuove imprese”.

Nella foto Marino Cuni.. 

puntuale sui rifiuti, servono correttivi urgenti sulla sua applicazione per le imprese. La richiesta è di Confartigianato Federimpresa Cesena.  “Come Confartigianato – rimarca il vicesegretario Riccardo Cappelli (nella foto) – abbiamo accolto favorevolmente la logica della tariffa corrispettiva puntuale, vale a dire pagare in base ai rifiuti urbani effettivamente conferiti. Questo non solo perché, rispetto alla precedente Tari, consente alle imprese di detrarre l’Iva incorporata nel costo del servizio, ma perché rappresenta un passaggio verso una maggiore equità e responsabilità dei singoli nell’ottica della sostenibilità ambientale”.

detto, dopo due anni di applicazione nel comune di Cesena ed in altri del comprensorio, Confartigianato ritiene che servano correttivi nonché l’apertura di un tavolo di confronto con Atersir e le amministrazioni comunali del comprensorio per applicare necessarie migliorie”. Il consiglio locale di Atersir il 19 giugno scorso ha approvato il nuovo regolamento della Tcp per il territorio di Forlì-Cesena. “Ciò purtroppo è avvenuto senza alcun confronto preventivo con le organizzazioni economiche – spiega il vicesegretario Cappelli -. In base ad esso le imprese che avviano a recupero i propri rifiuti urbani hanno perso la possibilità di usufruire della precedente scontistica, salvo che non decidano di uscire in tutto o in parte dal servizio pubblico e senza che sia stata fatta comunicazione adeguata a riguardo. Confartigianato Cesena ha già richiesto insieme alle altre organizzazioni del team “InCesena”, un confronto con l’assessore comunale preposto, che avverrà prossimamente”.

Ma ci sono anche altre questioni irrisolte che da tempo Confartigianato evidenzia: va estesa la non tassabilità delle superfici di lavorazione anche ad artigiani, commercianti e servizi quando la prevalenza di rifiuti speciali è comprovata: va recepita in modo uniforme l’esclusione per I locali connessi al ciclo produttivo e non produttivi di rifiuti urbani come magazzini e depositi; vanno spacchettate le tariffe per imprese con diverse attività (Ateco) aderendo al profilo di produzione effettivo.  “Ma prima di tutto – mette in luce il vicesegretario di Confartigianato Cappelli – occorre allineare regole e tariffe nelle due unioni di comuni cesenati per evitare squilibri competitivi tra imprese, sempre più percepiti come iniqui e incomprensibili dalle aziende. Ancora oggi, a titolo esemplificativo, una pizzeria al taglio di Gatteo subisce un costo fisso al metro quadro di oltre il 60% più alto di una medesima attività a Cesena, così come un’autofficina di Bagno di Romagna sostiene un onere fisso di circa il 70% più alto di un’attività analoga che opera a Savignano sul Rubicone”.  “Per Confartigianato la tariffa puntuale – conclude il vicesegretario Cappelli – è uno strumento giusto se valorizza i comportamenti virtuosi e non scarica costi impropri sulle piccole e medie imprese. Le nostre richieste sono orientate a garantire equità, stabilità e omogeneità nel territorio, senza retrocedere sugli obiettivi ambientali”.